Ho conosciuto Mochaud artista di Poetry slam burkinabè tramite il festival multidisciplinare campano chiamato Wimby e dopo esserci messi in contatto sono riuscito a strappargli una chiacchierata tra i vicoli di Napoli più precisamente nel quartiere di San Lorenzo. Abbiamo trascorso l'intera giornata assieme dove l'intervista è stata la ciliegina sulla torta di ore trascorse nella spensieratezza più totale.
Chi è Yaya Ramde in arte Mochaud? Yaya Ramde è un ragazzo africano proveniente dal Burkina Faso un giovane ragazzo che ama la vita, le poesie e l'arte in generale. In arte Mochaud, di derivazione francese che significa parole calde, ricche di gioia e la mia gioia più grande è vedere le persone che apprezzano e si rivedono in ciò.
La tua passione per l'arte, tra scrittura e lettura. Cos'è per te la Poetry slam?
Personalmente, la Poetry slam è un modo per esprimere le mie sensazioni più profonde. Da sempre il mio modo di essere, che rappresenta il sacro e il profano della nostra società. Un'arte che stimola appieno la mia curiosità e quella degli altri.
Yaya dove sei nato? Mi racconteresti del tuo quartiere e cos'è per te l'Africa?
Nasco inizialmente in Costa d'Avorio e dopo quattro anni mi trasferisco assieme alla famiglia in Burkina Faso. Ho bei ricordi della mia infanzia: camminate infinite senza maglia, sotto la pioggia senza alcun pensiero. L'africa è vita ma soprattutto umanità e in effetti quando le persone arrivano nel nostro continente non vorrebbero tornare più dietro.
Hai girato buona parte d'Africa grazie alla Poetry slam. Mi racconteresti del tuo viaggio?
Tanti i Paesi girati, tra questi sicuramente: Senegal e Niger. Volare in aereo per i vari Paesi africani è sicuramente motivo di orgoglio ed emancipazione. Inoltre, ho avuto il piacere di conoscere nuove persone e nuovi modi di pensare che mi hanno sicuramente arricchito ed aperto a ulteriori visuali del mondo. Ricordo con grande piacere la partecipazione al Festival multiculturale di Guediawaye in Senegal dove ho presentato la mia visione della Poetry slam portando in alto il mio Paese di origine. Durante il tour nel Paese della teranga, ho anche avuto la fortuna di visitare l'isola di Gorée che tra le tante bellezze viene anche e purtroppo riconosciuta per essere il più grande centro di commercio di schiavi della costa atlantica africana.
Senti la responsabilità come personaggio pubblico africano di rappresentare il tuo Paese nel mondo?
Ad essere sinceri, mi reputo un umile ambasciatore pronto a portare un messaggio d'arte e cultura attraverso il mio Paese d'origine. Una sorta di responsabilità che mi rende orgoglioso del mio percorso particolarmente ora che mi ritrovo nell'affascinante città di Napoli.
Yaya, cosa ti aspetti da questa città e cosa significa per te?
Da questa città mi aspetto una stabilità ed una tranquillità che mi porti soprattutto a sviluppare il mio progetto d'arte e di vita. Ho già avuto modo di instaurare nuove amicizie e di sentirmi come a casa grazie alla multiculturalità di questo luogo dove nessuno si sente solo. Inoltre pur essendo arrivato da poco, ho avuto il piacere di esibirmi in diversi festival locali e nazionali che ad oggi mi stimolano a dare sempre il massimo.
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